Ogni mondo ha la sua paglia e i suoi “massari”

Nella costruzione di una casa di paglia un aspetto fondamentale di cui tener conto durante la progettazione è la tempistica. Il tempo in questo tipo di costrizioni ha la sua rilevanza perché stiamo assecondando la natura e non vogliamo forzare i suoi ritmi. La paglia fresca sarà pronta in una determinata stagione (giugno, luglio) e andrà a ruba perché chi la produce di solito sa già a chi piazzarla. Bisogna dunque prendersi con molto anticipo per cominciare a reperire la materia prima.

Ragusa è una provincia ricca di campi che ingialliscono in estate per la siccità e dunque molti di essi vengono destinati alla coltura di cereali. Questa ragione ci lasciava pensare che non avremmo avuto problemi nel reperimento del materiale. Tra l’altro avevamo già il contatto di un “massaro” della zona che ci aveva fornito le balle in precedenza quindi fu facile con una chiamata avvisarlo della nostra visita. Certo non fu altrettanto facile fargli intendere a quale scopo avevamo interessi per la paglia, ma poi dal vivo riuscimmo a scoprire che addirittura qualcun altro gli aveva già chiesto una bella quantità di balle allo scopo di costruirci una casa ecologica. Non fu insomma troppo sorpreso e l’affare fu fatto. Avevamo prenotato all’incirca 300 balle del raccolto di quell’anno, che lui aveva messo da parte in fienile. Gli chiedemmo di conservarle al sicuro finché non ci sarebbero servite in cantiere. E’ super importante che le balle rimangano custodite al sicuro dalle piogge e che il fienile non sia preda di “annidanti”. Tutti gli animali trovano splendido riparo nella paglia, quindi evitiamo di offrirglielo se vogliamo che casa nostra non sia … di seconda mano.

Un’altra cosa da far presente al produttore dei nostri “bio-mattoni” è la questione pressione. Vogliamo che le nostra balle di paglia siano più pressate possibili: sia perchè vogliamo dei muri ben solidi, sia perchè meno aria significa più coibentazione e quindi più efficienza. Chiediamo allora al “massaro” di pressare le balle al massimo che la sua macchina gli permette. Detto ciò, dobbiamo sapere la misura del nostro mattone per semplificarci la vita e progettare la struttura in legno ad hoc per la balla ed evitare di avere poi in fase di posa troppi problemi dati dal dover ridimensionarle. Su questi parallelepipedi va fatta un’ulteriore digressione. Di paglia ce n’è tanta ed è sempre diversa perché oltre che dipendere dal cereale che coltiviamo (l’avena è più dorata del grano che è molto giallo) sia nel colore che nella struttura, dipende anche da come quel cereale è cresciuto. Se ha avuto molta o poca acqua, molta o poca sostanza nutritiva. Non si sa bene quanto cambi davvero in termini di solidità e di efficienza del nostro involucro, ma lasciatemi dire che lavorare con le balle di avena piene di spine è stato meno simpatico che lavorare con quelle pulite di solo grano. Per quanto mi riguarda, volevo solo che le balle fossero asciutte e pronte al momento giusto.

Selezionate dieci balle le misurammo per tirare fuori una stima delle dimensioni così da poter procedere con lo strutturista per progettare la parte in legno.

Il cantiere inizia a dicembre e le balle sono prenotate per la primavera. La struttura di legno è programmata per febbraio. Se non ci sono ritardi tutto andrà bene. Passano i mesi e i lavori procedono. La casa di paglia ha già le fondamenta e il legno per la struttura arriva come da tabella di marcia. A marzo quindi richiamiamo il massaro per ricordargli che da li a breve gli avremmo chiesto di trasportarci la paglia.

Imprevisto. Il massaro l’aveva venduta.Non aveva avuto più nostre notizie e non poteva rimanere con il fienile pieno. Il raccolto si stava avvicinando e lui avrebbe dovuto spacciare tutto per poterlo riempire della paglia nuova.Brutto colpo. Quasi una tragedia. Il cantiere si sarebbe fermato.

Quando dicevo che le tempistiche sono importanti è perché ogni fase del cantiere di una casa di paglia ha il suo giusto tempo. L’intonaco esterno ad esempio, va dato in primavera o in autunno. Non con il caldo dell’estate e neanche con il freddo dell’inverno. Ma ogni storia è unica e in questo caso Sempreverde non aveva troppo tempo da aspettare per cui le nostre fasi di cantiere sono state particolarmente serrate. Dalla paglia all’intonaco in una sola stagione, perciò miravamo alle balle messe da parte perchè speravamo di non dover arrivare all’estate piena per posare l’intonaco esterno.

La soluzione che trovammo fu di recuperare le ultime balle dal fienile così che fossimo coperti per i due workshop che erano in programmi da mesi per maggio e poi avremmo aspettato la paglia fresca per finire il resto della tamponatura e il tetto.

Ad una ad una saltavano fuori dal fienile le balle di paglia cadendo senza fracassarsi su un castello di altre balle accuratamente costruito da Pippo il massaro.